Il mito del Sublime Dilettante e la realtà del Multipotenziale.
Fin dall’infanzia ho preferito lo studio e i lavori creativi individuali, al gioco e alle relazioni di gruppo. Iniziando già a 17 anni con i primi lavoretti (come interprete e affiancamento allo studio) mi sono resa conto di risultare estremamente efficiente e affidabile in qualsiasi mansione mi venisse assegnata. Ho sempre amato spaziare tra materie scientifiche e umanistiche, con i massimi risultati scolastici e accademici in ognuno degli ambiti, ma con il grande scoglio legato alla difficoltà di comprensione della menzogna come modus operandi, dei rapporti di forza non basati sulle competenze e del partitismo individualista tipico della cultura italiana. Ciò mi ha tenuto sempre distante dai contesti lavorativi immotivatamente competitivi, e basati sul clientelismo.
Quando è nata mia figlia nel 2012, ho scelto di modificare completamente la mia routine di lavoro/studio, cominciando a operare come libera professionista, definendo carichi e periodi di attività compatibili con la vita domestica. Questo mi ha permesso di passare più tempo possibile in famiglia, spesso in ambienti naturali, senza rinunciare alla mia grande passione per il lavoro e la ricerca. Ho avuto la fortuna di poter anche rendere partecipe mia figlia della mia vita professionale, sia durante il lavoro a domicilio, che presso festival ed eventi: sempre in ambienti sicuri e adatti alla sua età.
Nell’adolescenza, da grande appassionata di letteratura Romantica, scoprii il concetto di Sublime dilettante, che curiosamente sposava il motto di famiglia “impara l’Arte e metti da parte”. In una Cultura basata sulla performance sociale, iperspecializzante e basata sulla coerenza, il mio modo di vedere e vivere il mondo è sempre risultato antitetico e a tratti incomprensibile alle altre persone. Questo mi ha permesso di concentrarmi ancora di più sullo studio e il lavoro amato come via di manifestazione, per dimostrare che ognuno può dare il meglio, in qualsiasi cosa ami, a prescindere dall’univocità degli interessi.


